In 4200 per un solo posto da infermiere

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Alla Asl 15 di Cittadella, in provincia di Padova, da quando è stato pubblicato
il bando per il lavoro a tempo indeterminato, sono fioccate le candidature

Il posto da infermiere è uno solo, ma a volerlo sono in 4.200. Succede alla Asl 15 di Cittadella, in provincia di Padova, dove negli ultimi due mesi, ossia da quando è stato pubblicato il bando per un posto da infermiere a tempo indeterminato, sono fioccate candidature neanche fosse Natale.

“Qualche giorno fa le domande pervenute erano 3500, ma ad oggi sono aumentate ancora, perché sono arrivate le raccomandate per posta, cui fa fede il timbro postale: in tutto saranno quindi 4.200 candidati”, conferma carte alla mano il direttore generale della Asl 15 Francesco Benazzi. In questi giorni concitati Benazzi ha una bella gatta da pelare: trovare un posto abbastanza grande da contenerli tutti. “Contiamo di fare il concorso i primi di maggio – afferma -; pensiamo di affittare la Fiera di Padova, perché nessun Palazzetto dello sport è abbastanza grande da ospitarli tutti. E poi bisognerà pensare anche alle sedie, ne serviranno 4200, e i banchi…”.

Sono tanti e sono giovani, appena laureati; ma sono determinati a giocarsi il tutto e per tutto per non farsi sfuggire l’occasione del ‘posto fisso’. Hanno scritto da tutta Italia, dal Veneto alla Sicilia, e va da sé che sono disposti a lasciare la loro casa e la loro famiglia, per quel posto. Che, per uno appena uscito dall’Università, di questi tempi, suona come un biglietto vincente alla Lotteria: 1500 euro netti al mese (33-35mila euro annui, dipende dal reparto e dai turni), contratto a tempo indeterminato con tutto ciò che ne consegue, come ferie, malattia, maternità, pensione (quello che molti venti-trentenni non vedranno mai, insomma). E, ultimo ma non meno importante, c’è in ballo il mestiere per cui hanno studiato e si sono laureati (perché nemmeno quello è scontato). Ed è un lavoro tosto, con turni spesso faticosi, a contatto con malati anche gravi: “I giovani di solito sono inseriti dove più servono, in reparti come rianimazione, chirurgia, pronto soccorso – illustra il direttore -. Insomma, in quei reparti in cui ci si fa le ossa, dove serve gente giovane e che ha voglia di lavorare”.

Loro ce l’hanno: per questo ai primi di maggio arriveranno in massa in quel di Padova. È prevista una preselezione a quiz. “Spero la passino tutti – dice fiducioso il direttore generale -, tutti loro dovrebbero avere la possibilità di entrare nel mondo del lavoro”. Poi un test scritto e uno orale. Uno su 4.200 ce la farà, tanto per parafrasare una nota melodia. Anche se “nell’arco dell’anno avremo un turn over di dieci dipendenti, quindi si libereranno dieci posti”. La speranza, si dice, è l’ultima a morire.
Anna Martellato (ANSA)

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